tag:blogger.com,1999:blog-45898266801951821372023-11-15T19:37:25.750+01:00Liberi nei PensieriMario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-4589826680195182137.post-19162469428229003712014-07-21T18:36:00.001+02:002014-07-21T18:36:14.678+02:00Il primo racconto del mesePubblicato il primo "Racconto del Mese".<br />
É "La Caccia" di Mario Roncagliolo che ha guadagnato il maggior numero di like. Lo trovate nelle pagine e resterà visibile per tutto agosto.<br />
Nel frattempo vi invitiamo a inviar i i vostri scritti per l'edizione di settembre. Le modalità sono sempre le stesse. Gli ultimi cinque giorni verranno pubblicati e votati tutti i racconti arrivati all'indirizzo liberineipensieri@gmail.com entro il venti di agosto.<br />
Il vincitore avrà per tutto il mese di settembre la pagina dedicata al suo racconto.<br />
Buon lavoro a tutti.Mario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4589826680195182137.post-80591875118814026572014-06-27T12:10:00.000+02:002014-06-27T12:11:16.154+02:00RACCONTO DEL MESECi siamo, i primi racconti sono arrivati!<br />
Parliamo de "La Caccia" e "L'estate del '90".<br />
I racconti sono postati in home page, li potete leggere commentare e votare direttamente sul nostro blog.Vi ricordiamo che potrete anche discuterne sul <a href="http://aprigliokki.forumfree.it/?t=68962636" target="_blank">forum Aprigliokki</a>.<br />
Le votazioni chiuderanno venerdi 4 luglio alle 23.59<br />
Al racconto vincente verrà dedicata la pubblicità ed una pagina dedicata per tutto il mese di luglio!<br />
Buona letturaMario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4589826680195182137.post-65326632026530676962014-06-27T11:52:00.002+02:002014-06-27T11:57:17.140+02:00L'ESTATE DEL '90<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Luca ha 12 anni, è grosso, terribilmente grosso, dicono di lui a scuola. Luca non è grasso, è alto e largo ed ha una strana luce negli occhi. No, Luca non è uno di quelli che a scuola vengono presi per il culo.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> D'estate ha la pelle bruciata dal sole. Quel giovedì d'agosto Luca aveva capito tutto, aveva compreso di avere un dono, un dono speciale. Luca fiutava la paura, come i cani. Quella mattina aveva pestato di brutto un tipo di 14 anni fresco di motorino. Lo aveva inquadrato subito, lo sfigato aveva il terrore nero che potesse capitare qualcosa al suo ST; suo padre lo avrebbe ucciso. Luca aveva sfruttato la paura dello sfigato e, quando era giunta l'ora di muovere le mani, il tipo era davvero troppo distratto dalla paura per battersi decentemente. Luca si passò la lingua sul labbro inferiore. Il dolore lo fece sorridere. Il gonfiore sarebbe durato un paio di giorni; tre, con un po' di fortuna, e avrebbe ricordato a tutti che ne aveva steso uno di due anni più grande.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Luca pensò che prima di cena si sarebbe fatto un bagno al fiume, ma senza mettere la testa sott'acqua. L'acqua fredda avrebbe fatto sgonfiare il labbro , e lui non poteva permetterlo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Scacciò in un istante il pensiero delle voci che sentiva quando andava sott'acqua, quando tutto era ovattato. Potevi anche vederla la paura degli altri, ma è dura capire e dominare la propria; anche per Luca,12 anni, che aveva capito tutto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alle tre e venticinque di un giovedì d'agosto Luca sollevò per la coda il topolino che aveva catturato, tenendolo alto tra se e il sole. La piccola preda si dimenava furiosa, con la forza che solo il terrore cieco sa imprimere. Prima di cedere all'inevitabile aveva lottato, provando a mordere e a graffiare, invano. In quei momenti Luca provava sempre una grande stima per le sue prede, ragazzi ben più grandi di un cazzo di topo reagivano con molto meno impeto davanti a Luca.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Con la mano libera sfilò il cento-colpi dalla tasca; glielo avrebbe legato alla schiena con del nastro e poi lo avrebbe lasciato libero.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Avrebbe fatto un bel cazzo di botto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Certo avrebbe corso per qualche metro, col diavolo al culo e la morte in spalla.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi sarebbe diventato un piccolo fuoco d'artificio di sangue e budella.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sì, avrebbe fatto proprio un bel cazzo di botto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Io non lo farei....fossi in te”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“E chi cazzo ha parlato?!”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Luca era fatto così, sempre pacato.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Girò lo sguardo a 360 gradi, nessuno.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'afa era quasi insostenibile, la luce abbagliante.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“No! Non qui!”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Squittii di paura.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sudori freddi.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Voci. Di chi?</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Luca era abituato a gestire le voci, negli spazi chiusi, bui, sott'acqua; ma non gli era mai capitato così, all'aperto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Forse stava diventando scemo sul serio.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il riverbero del calore isolava tutto in una dimensione irreale.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un topo implorava i propri Dei affinché un gigante, grosso, bastardo e che sentiva le voci, si dimenticasse di lui, non troppo, quel tanto che sarebbe bastato a consentirgli la fuga.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Tranquillo che non sei scemo, sono qui”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E fu così che apparve Marco, da dietro l'angolo della casa in rovina, completamente avvolto dall'ombra pomeridiana.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Solo gli occhi parevano rifulgere di una brutta luce, anche se ciò che vi si scorgeva era solo vuoto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Occhi inquietanti, del colore del ghiaccio.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se Luca avesse avuto un po' di fegato in più avrebbe ammesso che Marco gli metteva paura, ma se avesse avuto un po' di fegato in meno, del resto, avrebbe lasciato andare il topo e sarebbe corso a farsi quel bagno.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E invece rimase lì, col topo in una mano, e il cento-colpi nell'altra.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“E tu cosa vuoi?”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Si sforzò a non essere, per lo meno, stronzo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Luca era fatto così, un ragazzo sensibile.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Anche perché Marco era un ragazzo particolare, gli avevano detto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sei mesi prima il padre di Marco aveva giocato ai fuochi d'artificio con un calibro 12 e la propria testa.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il risultato era stato uno splendido geyser si sangue, frammenti di cranio e cervello; uno spettacolo insomma. Uno spettacolo che Marco si era visto dal posto d'onore aprendo la porta della cantina al momento giusto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In paese i ragazzi dicevano che se andavi a casa di Marco potevi sentire ancora la puzza di carogna perché non erano riusciti a pulire bene la cantina da tutti i pezzi di cranio e cervello; ma d'altronde, nessuno era mai entrato a casa di Marco.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non che comunque prima di tutto ciò Marco brillasse per socievolezza.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Luca e Marco, toro e torero, in piedi, immobili, nel sole.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“ Lascialo andare Luca, lui non conta nulla”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“ Bella questa! Lui non conta nulla. E lo credo bene! E' solo un cazzo di topo!”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Appunto”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'afa strinse ancora la sua morsa.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il labbro pulsava un po' di più, Luca non se ne era accorto fino al quel momento.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un topo intanto pregava.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Squittii.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sudori freddi.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mancava solo il pubblico delle grandi occasioni, mancava solo una musica di Morricone a far da sfondo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sudore e tensione per entrambi, il torero e, peggio, il toro.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Luca non la vide arrivare, non vide neppure Marco muoversi; eppure qualcosa lo colpì forte, sotto l'occhio destro. Una pietra.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il topo e il cento colpi schizzarono in aria, le mani, invece, al volto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il topo era già sparito prima ancora di toccare terra, corse col diavolo al culo ma, almeno a sto giro, aveva lasciato lasciato la morte ai piedi del gigante. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il toro si guardò le mani rosse di sangue, il suo, e caricò.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Luca era una furia urlante, cieca di rabbia e dolore. Luca era il toro e Marco, beh Marco era il “luridissimo figlio di puttana” bramato dalla follia omicida del toro.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Marco attese immobile, Marco bramava la follia omicida del toro.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il primo pugno lo colse in pieno viso.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un gancio destro, incassato magistralmente da zigomo e naso.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sbuffi di sangue esplosero da sotto le nocche di Luca, il sangue del torero misto a quello del toro.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Marco cadde all'indietro ma si rialzò subito. Quello sarebbe stato l'unico tributo che avrebbe versato al suo avversario.,I due si studiarono per un brevissimo istante e si lanciarono l'uno contro l'altro. La lotta fu dura, al pari di quella per la sopravvivenza, ma non riuscì a decretare né un vinto, né un vincitore.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Solo, ad un certo punto, finì.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">I due ragazzi si ritrovarono sdraiati e senza fiato, fianco a fianco sull'erba.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Cazzo^ a vederti sembri uno sfigato, ma in realtà sei uno tosto”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non era un complimento.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Cazzo! A vederti sembri uno tosto, ma in realtà sei uno sfigato”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non era un insulto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Risero entrambi sull'erba bruciata dal sole estivo. Risero per quanto il fiato e il dolore permisero loro.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non c'era il bisogno di dire altro.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un patto era appena stato siglato, qualcosa era nato, qualcosa di più duro dell'acciaio, tracciato col sangue, indelebile, imperituro.</span>Mario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4589826680195182137.post-42030268549093128392014-06-27T09:56:00.001+02:002014-06-27T11:57:02.465+02:00LA CACCIA<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La marcia per arrivare a quel punto era durata due ore. Non era stata lunga, ma impegnativa. Avevo risalito il torrente Tuia per non lasciare tracce olfattive. Era fine giugno, procedevo sotto la volta degli alberi, nel buio che precede l’alba.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Leggera, alle mie spalle, la brezza del mare mi portava un lieve calore e l’odore tipico della salsedine. Il Tuia era un piccolo ruscello, ma scorreva tra le pareti rocciose con incredibile foga, quasi a voler imitare i fiumi alpini. Arrivai alle piscine, le chiamavo così da quando da piccolo ci andavo a fare il bagno. In realtà le piscine erano due laghetti, di pochi metri ciascuno, uniti da una piccola cascata non più alta di un metro. Lì però, le fronde si allargavano, e lasciavano, con un pizzico di gelosia, intravedere il panorama. Ai miei occhi si estendeva tutta la piccola valle del Tuia, fino al mare. Poi arrivò; e fu uno spettacolo eccezionale, io ero ancora al buio, riparato dalla collina, ma il mare innanzi a me si accese in un baleno di luci e colori. Più avanti, nell’acqua scintillante, il promontorio di Portofino si protendeva verso l’infinito come una nave alla banchina. Dalle sue tre collinette si alzava il vapore della rugiada colpita dal sole, come comignoli. Rimasi qualche minuto a contemplare tutto questo, poi mi svegliai. Non ero venuto per questo, in fondo. Mi voltai e continuai la marcia, verso la sorgente, verso il sole. Erano passati pochi minuti quando finalmente le vidi. Mi avvicinai di corsa, gia carico dell'eccitazione della caccia, non c’erano dubbi, erano le sue, le orme d’Idefix. Lo so che non è un nome molto importante, ma era l’unico che mi era girato in testa per quel cinghiale che seguivo da tempo, e che per me era ormai un‘idea fissa. Le tracce salivano verso la sommità della collina, volevo seguirle di corsa, dovevo seguirle di corsa, ma il cacciatore che ho dentro mi fermò. Dovevo aspettare, tra poco il sole avrebbe scaldato l’aria, facendo voltare inesorabilmente la brezza, solo allora avrei avuto qualche possibilità di raggiungere da sottovento la mia preda. Mi allontanai un po’ dalla tana e mi nascosi tra le fronde, magari un po’ di fortuna lo avrebbe fatto tornare da me. I minuti trascorsero inesorabili, assomigliando sempre più ad ore. Era ancora presto quando finalmente mi giunsero alle nari gli odori dell’entroterra. Era il momento, uscii del mio piccolo rifugio e mi misi sulle tracce di Idefix. Per essere un buon cacciatore bisogna saper diventare animale, non basta seguire le tracce, ma si deve pensare coma la preda, si deve capire perché ha preso quella direzione, dove deve andare, e quali sono i posti che può raggiungere. Le tracce piegavano verso est, lontano dal piccolo complesso di Montallegro. Idefix voleva scollinare e c’era solo un posto dove poteva farlo. In una piccola radura trovai dove aveva fatto colazione, il piccolo spiazzo sembrava arato dall’uomo, il cinghiale aveva scavato per trovare qualche radice. Non sapevo quanto vantaggio avesse su di me, ma ormai dovetti allungare il mio giro, per rimanere esattamente sottovento. Dopo più o meno un’ora di marcia notai un movimento con la coda dell’occhio, poco sopra dove mi trovavo. Era lui? L’istinto mi diceva di sì. Chinato avanzai verso il movimento, con la mano sinistra intanto toglievo tutto ciò che avrebbe potuto fare rumore. Dovetti arrampicarmi un po’ più a sud est rispetto al mio bersaglio, e quando arrivai al suo livello, una serie di cespugli fitti bloccava ogni visuale. Facendo ciò che a me sembrava un incredibile baccano riuscii ad aprire un varco nelle sterpi e così, come di incanto lo vidi. Era bellissimo, più grande degli altri cinghiali. Mi dava il fianco sinistro, il suo manto era lucido e bruno. Aveva ovviamente perso le macchie, ma sul dorso s’intravedevano deboli le striature più scure. Ormai era fatta, non mi sarebbe più sfuggito, le lunghe giornate di caccia finalmente avevano dato i loro frutti, e Idefix finalmente era li, a meno di venti metri da me. M’imposi di non tremare mentre il sudore mi rigava il volto sudicio, potevo coglierlo ora, ma il momento doveva essere perfetto. Allineai il centro del mirino col suo cuore, dovevo farlo, mi dissi, ma mi imposi di aspettare. Fu allora chi mi udì, con la testa alzata Idefix cercò di vedermi o di odorarmi, la paura di perderlo adesso quasi mi congelò, ma dopo pochi interminabili attimi quell’enorme bestione sembrò calmarsi. Riallineai il mirino e cercai di controllare la respirazione. Inspirai a fondo, Poi feci uscire metà dell’aria dai polmoni. Ero pronto, tutto era perfetto, Idefix si era inconsciamente voltato verso me, era stupendo e un sorriso mi attraversò le labbra mentre premevo il grilletto. Il rumore, nel silenzio totale fu incredibile, mi alzai in piedi e vidi Idefix scappare lontano, spaventato. Mi misi a ridere forte, felice mentre il cinghiale spariva nel folto. Aprii la borsa e vi infilai dentro la reflex. Mi incamminai verso casa, avevo preso la mia idea fissa, finalmente la caccia si era conclusa. </span></div>
Mario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4589826680195182137.post-47150522023774713032014-06-15T11:12:00.000+02:002014-06-15T22:15:05.362+02:00IL VILLAGGIO DEI PENSIERI<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il blog Liberi nei Pensieri presenta l'apertura di Aprigliokki, il forum per discutere di ciò che potremo creare a livello artistico per Rapallo per accedere potete cliccare il pulsante Forum nella paletta delle pagine. Vi aspettiamo numerosi!</span>Mario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4589826680195182137.post-15424713382665933832014-06-11T10:51:00.001+02:002014-06-11T10:53:44.228+02:00IL RACCONTO DEL MESEIniziamo col primo progetto! <div><b>Il racconto del mese.</b></div><div>Il progetto funziona così, potrete inviare i racconti dal primo del mese fino al venti dello stesso. Per dieci giorni tutti i racconti verranno pubblicati in home page. Potranno poi essere commentati e votati. Al pezzo che avrà ricevuto più voti verrà assegnata una vetrina, in una pagina apposita, per tutto il mese successivo. Iniziamo subito, potete inviare i vostri brani a liberineipensieri@gmail.com</div><div>Il 21 giugno verranno pubblicati i primi racconti da votare! </div><div><br></div><div>Note: nella mail dovete specificare il vostro nome e cognome ed eventualmente il nickname con cui volete firmare il racconto(in mancanza di quest'ultimo il brano verrà pubblicato con nome e cognome reali). Dovrete inoltre specificare che siete gli autori dell'opera e che ne detenete i diritti, e l'autorizzazione alla p<span style="font-family: 'Helvetica Neue Light', HelveticaNeue-Light, helvetica, arial, sans-serif;">ubblicazione. Il racconto verrà pubblicato ma rimarrà sempre di vostra proprietà. Dovrete inserire il racconto nel testo della mail, non in allegato. </span></div><div><span style="font-family: 'Helvetica Neue Light', HelveticaNeue-Light, helvetica, arial, sans-serif;">Lo staff si riserva il diritto di non pubblicare alcuni racconti...</span></div>Mario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4589826680195182137.post-29422319531025386332014-06-08T16:09:00.003+02:002014-06-08T16:09:42.233+02:00AIUTAMOCI<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il collettivo Liberi nei Pensieri nasce per diffondere e riunire tutti i progetti artistici di Rapallo, e perchè no, del Tigullio. Ma c'è bisogno dell'aiuto di tutti, per cui, se volete farvi conoscere, se volete divulgare i vostri lavori, se volete fare pubblicità ad un vostro lavoro, ad una mostra, ad un concerto, scriveteci su liberineipensieri@gmail.com Creiamo il primo colletivo artistico multidisciplinare della città, aiutiamoci tutti a promuoverci, a crescere, ad organizzare eventi. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Abbiamo bisogno di tutti, pubblicheremo articoli e lavori di tutti. Abbiamo in mente grandi cose... le faremo. E' un progetto nel quale vogliamo coinvolgere tutta la città.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Buon lavoro. </span><br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mario Roncagliolo</span></div>
Mario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4589826680195182137.post-63446158909159465612014-06-08T14:11:00.000+02:002014-06-08T14:11:05.107+02:00BENVENUTI<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Che cosa è Liberi nei pensieri?</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Liberi nei pensieri è il blog dedicato a tutti gli artisti Tigullini, una vetrina per tutti, scrittori, videomaker, fotografi, pittori.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'idea è quella di creare un movimento, una comunità coesa, che possa dare voce e visibilità a tutti.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Aprite gli occhi, il mondo è nostro...</span>Mario Roncagliolohttp://www.blogger.com/profile/12795531975264518691noreply@blogger.com0